domenica 14 dicembre 2014

L'abbigliamento dei Pegmenjabaroi



Gli abiti confezionati nella valle di Pegmenjaba hanno, in genere, una scarsa qualità sartoriale sia nella precisione delle cuciture (ridotte al minimo indispensabile) che nel ricamo delle stoffe, le quali sfoggiano disegni poco elaborati e tinte poco costose. 

Questo non si deve ad una scarsa propensione artistica dei Pegmenjabaroi, bensì alle condizioni climatiche della valle, in cui l'estrema umidità e il proliferare di muffe tendono a deteriorare le stoffe in modo molto più rapido che altrove. Questo ha spinto la civiltà autoctona a sviluppare diverse soluzioni ingegnose. Una di queste è l'utilizzo di motivi decorativi facilmente riproducibili, che non vengono ricamati bensì disegnati direttamente sulle stoffe con inchiostro. Gli elementi più pregiati di un abito, spesso, vengono impermeabilizzati con vari accorgimenti: ad esempio ricoprendoli di cere vegetali o resine. Largo uso viene dato ai materiali meno deteriorabili, tra cui il cuoio. Infine, il caratteristico odore di "affumicatura" che contraddistingue gli abiti di Pegmenjaba, è dato dalla diffusa abitudine di conservare gli indumenti in particolari guardaroba simili a gabbie di legno sospese, posti in prossimità dei focolari.

I colori degli abiti variano dal panna al grigio al verde marcio,  al giada, passando per il prugna o blu dai toni spenti. I motivi decorativi più utilizzati sono le espressioni del viso umano, ma anche i due animali simbolo della città di Adesi Nothar: la chiocciola e il parrocchetto.
In contrasto con la semplicità degli abiti, i Pegmenjabaroi sfoggiano copricapi e gioielli metallici molto sofisticati. 


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